La società di massa


L'espressione società di massa è ormai assai diffusa e usata in modo generico per indicare la società industriale contemporanea. 
Della massa è difficile fornire una definizione sociologica univoca poiché esiste un’interpretazione positiva della massa, secondo la quale essa può diventare il luogo di una coscienza collettiva (ad es. il proletariato come “massa” dei lavoratori in lotta) ed una negativa che vede in essa un insieme di soggetti incoscienti o manipolati (ad es. la massa sottomessa ai regimi totalitari o quella condizionata dai mass-media).
La società di massa e i mezzi di comunicazione di massa organizzano il consenso dei cittadini nello stesso modo in cui si verificava nei totalitarismi ossia con la propaganda.
I mass-media diventano fabbriche di consenso e di distrazione di massa.
La democrazia di massa, infine, non si differenzia tanto dai totalitarismi in quanto in essa la partecipazione dei cittadini è maggiore bensì solo nella misura in cui è realmente determinata dalla libera adesione dei singoli e dei gruppi a quei valori che solo la società può creare e lo Stato riconoscere e garantire.
La cosiddetta società di massa è stata generata da alcuni fattori storici e antropologici, quali la crescita dell’apparato industriale e l’elevata urbanizzazione, connessi sia alla prima che alla seconda rivoluzione industriale. Con la terza rivoluzione industriale o massmediatica la società di massa si è affermata ancora di più arrivando fino ai tempi recenti.

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