Johann Heinrich Pestalozzi

Johann Heinrich Pestalozzi nacque nel 1746 a Zurigo.

Pestalozzi, favorevole alle istanze portate avanti dalla Rivoluzione francese, si trasferì per un breve periodo in Francia, a Parigi.
Fu un pedagogista molto importante e scrisse testi molto importanti nei quali esplicitò il suo punto di vista sull’educazione, sui metodi da adottare e sul ruolo dell’istruzione. I libri ai quali lavorò sono: 
Come Geltrude istruisce i suoi figli 
Sillabario (1801)
L’ABC dell’intuizione (1801)
Libro delle madri (1803)

LEONARDO E GERTRUDE:
Tra i numerosi testi che Pestalozzi scrisse, Leonardo e Geltrude fu tra i più famosi. In questo testo è evidente l’influenza e la fascinazione subite da Pestalozzi per il romanticismo. Il romanzo, in quattro volumi stampati tra il 1781 e il 1787 e rimaneggiati più volte, ebbe un successo immediato e internazionale. Il testo restituisce attraverso una versione efficace e godibile da un pubblico vasto una sintesi del suo pensiero pedagogico, del suo modo di intendere la società e del ruolo che all’interno di essa devono assumere la scuola, la famiglia, le autorità.
Il romanzo è infatti ambientato in un villaggio e mostra lo sforzo di una donna, di un maestro di scuola, del parroco e del castellano di sventare il progetto messo in piedi dall’oste e podestà del paese di sfruttare i contadini del paese e di realizzare, attraverso la cooperazione, un villaggio in cui gli abitanti sono dediti al lavoro onesto e i bambini sono istruiti ed educati in famiglia e a scuola.  

PENSIERO DI PESTALOZZI:
Al centro del pensiero e del metodo educativo di Pestalozzi vi è il tentativo di educare i poveri e i soggetti provenienti dai contesti più disagiati. Per Pestalozzi era fondamentale fornire gli strumenti perché i suoi allievi potessero emanciparsi da una condizione sociale subalterna. L’educazione e l’istruzione consentivano a questi giovani di prepararsi alla vita, di riscattarsi e attraverso il lavoro realizzarsi in una esistenza più dignitosa e soddisfacente. 
Per Pestalozzi l’educazione è la via attraverso la quale l’uomo può sviluppare tutte le sue facoltà. Il processo educativo deve muovere dall’osservazione della natura umana e deve seguire il metodo naturale: il fanciullo deve essere guidato e orientato dal suo educatore nell’estrinsecare tutte le sue potenzialità e, in base al principio dell’unità armonica delle facoltà umane, svilupparle in modo armonico e graduale. 
L’intuizione e l’osservazione della natura sono il punto di partenza di ogni forma di conoscenza ed educazione. La formazione deve avvenire attraverso l’educazione della testa (capacità cognitive), del cuore, cioè del sentimento e delle capacità morali, e della mano, o capacità pratiche e artigianali, del fanciullo. 

Influenzato dal filosofo Immanuel Kant, Pestalozzi riteneva infatti che l’educazione dovesse mirare allo sviluppo delle capacità intellettuali, pratiche e morali dell’individuo. L’obiettivo era infatti quello di permettere all’allievo di divenire un adulto in grado di individuare e seguire i propri imperativi morali e di realizzare un’esistenza in armonia con il mondo interiore e esteriore. 
Per Pestalozzi l’ambiente educativo ideale è quello domestico e famigliare. È il focolare domestico il luogo in cui può realizzarsi la più completa educazione del fanciullo da un punto di vista morale, religioso e intellettuale. La donna, madre e moglie, ha un ruolo essenziale in questo modo di intendere l’educazione e, guidata da quello che Pestalozzi ritiene sia un istinto, sa trasmettere fiducia, amore e protezione ed educare il bambino attraverso l’esempio. La scuola dovrebbe porsi in continuità con il modello educativo realizzato a casa e in famiglia. 

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