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Visualizzazione dei post da novembre, 2020

Verso la società alfabeta

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 Durante il XIX secolo giunse a maturazione in Europa quel vasto e complesso processo il cui esito è stato definito come  "società alfabeta"   cioè, una società in cui la padronanza dei fondamentali elementi del sapere diventa fondamentale.  Una società alfabetizzata è uno degli importanti cambiamenti che rientrano nella definizione di modernità; quest'ultima è caratterizzata da un  insieme di valori come la superiorità della civiltà industriale, la fiducia nel progresso, il principio di libera concorrenza, la visione laica dell'esistenza, la razionalità come valore. Il mondo dell'educazione si trovò coinvolto nella rea lizzazione della nuova società:  I sostenitori affermavano che attraverso la generalizzazione della scuola i bambino sarebbero diventati adulti all'altezza dei tempi. Il modello che doveva fare da esempio era quello borghese che doveva essere esteso anche ai ceti più poveri.  Anche coloro che diffidavano dell'idea della modernità poiché sga

Bambini e donne tra Settecento e Ottocento

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 Il dibattito illuministico sulle caratteristiche dell'infanzia, sulle capacità cognitive dell'uomo e sull'importanza dell'educazione diede vita a due correnti di pensiero e di ricerca: la prima ispirata alla concezione romantica che interessò soprattutto filosofi e pedagogisti, la seconda incentrata sulla componente organica e psichica dell'uomo che si sviluppò in ambito soprattutto medico.  Johann Paul Friedrich Richter   Come scrittore di opere educative si contraddistingue per la sua sensibilità e empatia nei confronti del mondo infantile.  Nei suoi scritti il bambino non era solo presentato come la speranza per il mondo di domani ma anche come deposito della capacità di guardare il mondo in modo ingenuo e ottimistico.  Si ispira a Rousseau   ma non ritiene sufficiente la sola educazione negativa in quando non basta a trasmettere i valori morali ed estetici.  All'interno del suo trattato Lavana crea, a differenza dei precedenti di stampo tradizionale, un'

Il ruolo della donna nella società industriale

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 Con l'avvento della società industriale si fece strada l'idea che la donna dovesse necessariamente rivestire un ruolo marginale nei processi produttivi e che quindi fosse lecito e naturale attribuire al suo lavoro un minore riconoscimento economico. Gli economisti classici elaborarono per esempio la teoria del doppio salario, secondo la quale gli uomini devono essere retribuiti anche per mantenere la famiglia, mentre le donne, potendo contare sull'appoggio economico del marito o della famiglia, vanno retribuite solo in funzione della loro sopravvivenza personale.  L'attuazione di questi principi ha ovviamente scoraggiato ulteriormente il lavoro femminile extradomestico. E' dunque nella società industriale che si diffonde l' ideale della donna casalinga.   Nella prima metà del Novecento invece, i ruoli lavorativi delle donne si ampliano in più direzioni. Cresce infatti la presenza femminile nelle fabbriche e nelle mansioni impiegatizie e compaiono figure profes

Karl Marx e la razionalizzazione del lavoro

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 La razionalizzazione del lavoro, oltre agli aspetti positivi, ha sollevato anche aspetti problematici. E' Karl Marx a denunciare questi ultimi. Per lui infatti l'aumento della produttività andava a vantaggio solo dell'imprenditore e non dell'intera collettività.  La divisione del lavoro invece, diventava fonte di disuguaglianza sociale, in quanto contrapponeva le classi degli imprenditori a quelle dei proletari. Inoltre la razionalizzazione implicò l'impiego di personale poco qualificato. E' conseguentemente ovvio che tale dequalificazione costituisce un impoverimento dal punto di vista professionale, poiché gli individui non sono considerati in quanto persone, ma in quanto ingranaggi di una macchina. Secondo Marx la ripetizione di una mansione sempre uguale, impedisce al lavoratore di cogliere il senso dell'intero ciclo produttivo. In questo senso l'operaio non è più padrone del proprio lavoro, ma si sente estraniato e allontanato da esso. Il lavoro di

Il lavoro nella società moderna

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 L'ambito delle attività lavorative svolge un ruolo di primo piano sia nella vita personale dell'individuo sia in quella della collettività.  Nella società moderna le mansioni di ciascuno sono organizzate e distribuite in maniera precisa e puntuale, così da far fronte a compiti produttivi complessi.  negli ultimi due secoli il lavoro è stato al centro di un imponente processo di razionalizzazione. Cosa si intende per razionalizzazione del lavoro? coordinare gli sforzi , infatti è necessario che molte persone sommino le loro diverse competenze allo scopo di produrre e rendere disponibile al consumo un certo oggetto. Il coordinamento si ha ad esempio quando due o più persone collaborano nello stesso modo alla medesima operazione. All'estremo opposto troviamo il caso in cui gli individui non solo fanno cose diverse, ma le svolgono in maniera di cooperare tra loro e potenziare con ciascuna attività i risultati dell'altra. semplificare , con l'introduzione della manifatt