Il ruolo della donna nella società industriale

 Con l'avvento della società industriale si fece strada l'idea che la donna dovesse necessariamente rivestire un ruolo marginale nei processi produttivi e che quindi fosse lecito e naturale attribuire al suo lavoro un minore riconoscimento economico.
Gli economisti classici elaborarono per esempio la teoria del doppio salario, secondo la quale gli uomini devono essere retribuiti anche per mantenere la famiglia, mentre le donne, potendo contare sull'appoggio economico del marito o della famiglia, vanno retribuite solo in
funzione della loro sopravvivenza personale. 
L'attuazione di questi principi ha ovviamente scoraggiato ulteriormente il lavoro femminile extradomestico. E' dunque nella società industriale che si diffonde l'ideale della donna casalinga. 
Nella prima metà del Novecento invece, i ruoli lavorativi delle donne si ampliano in più direzioni. Cresce infatti la presenza femminile nelle fabbriche e nelle mansioni impiegatizie e compaiono figure professionali prettamente femminili. 
L'aumento della presenza delle donne nelle fabbriche è reso possibile dall'introduzione del lavoro a catena e dalla progressiva sostituzione della forza fisica con le macchine. 
La presenza femminile aumenta anche nei lavori impiegatizi, dove tuttavia alle donne sono precluse le possibilità di carriera o di avanzamento professionale, in quanto i ruoli dirigenziali sono quasi sempre occupati da uomini.
Quanto alle nuove figure professionali tipicamente femminili non fanno che ribadire l'idea che le donne abbiano più affinità con le occupazioni assistenziali ed educative.
Dopo la Seconda guerra mondiale aumenta il tasso di attività delle donne. In tutta Europa cresce il numero delle donne sposata lavoratrici e si allunga il loro periodo di attività, ma la maternità continua a rappresentare un ostacolo notevole al lavoro extradomestico.
A partire dagli anni Settanta si registrano cambiamenti significatici. Aumenta infatti il numero delle donne che occupano i ruoli dirigenziali e manageriale nelle industrie, anche se ciò non sempre corrisponde a un accesso reale ai centri del potere decisionale.
La differenza fra salari maschili e femminili non fa che riprodurre e potenziare le differenze sessuali sul mercato del lavoro.

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