La pedagogia positivista in Italia

Durante la fine dell'Ottocento, si diffuse in Italia la stagione positivistica, alla quale conseguì una modernizzazione dello Stato unitario, di allineamento culturale con gli altri Paesi europei, di aggiornamento della cultura e di innovazione nei più diversi campi del sapere.

Ci fu un rinnovamento anche in campo pedagogico, infatti la pedagogia cominciò ad affidarsi alle leggi dettate dalla scienza sperimentale e studiate mediante il metodo galileiano.

Il contributo più significativo del positivismo è legato alla valorizzazione degli aspetti metodologici come stimolo alla diffusione di una mentalità critica. Il secondo è invece da individuare in una mentalità intraprendente, attiva e disposta a confrontarsi con le novità.

Aristide Gabelli ebbe un ruolo importante nel potenziamento dell'istruzione, secondo il metodo che prediligeva una manifestazione dell'eredità del nostro passato insieme alla potenza delle tradizioni scolastiche italiane.

Pasquale Villari suggeriva invece di abituare gli italiani a esaminare in modo razionale le situazioni, elaborando giudizi sostenuti da rilievi oggettivi, con lo scopo di avere persone disposte al cambiamento e a investire nel loro futuro.

Frutto della nuova cultura positivista fu il movimento del self-helpismo, che cominciò a diffondersi in Italia intorno alla metà dell'Ottocento. Il ricorso a esempi e storie di vita è tipico della letteratura del self-helpismo, che si basa sul presupposto che per aiutare se stessi efficacemente, è utile l'esperienza di altri individui.

Durante questo periodo era diffusa l'idea che la fanciulla dovesse istruirsi, ma non troppo, poiché a lei si dovevano solo quelle conoscenze necessarie e utili una volta madre, per l'educazione dei figli. Le nozioni per loro erano dunque limitate, in modo da non incorrere nel pericolo dello stravolgimento delle tradizionali strutture familiari.

Verso la fine del secolo, l'infanzia cominciò ad essere vista come un'età da tenere sotto controllo e da disciplinare. Se il bambino fosse stato lasciato a se stesso, sarebbe diventato un individuo incapace di operare costruttivamente nella società, diventando un potenziale pericolo sociale.

Infine in ambito metodologico si fecero conoscere in Italia le pratiche didattiche messe a punto dagli herbartiani tedeschi, basate sul principio di gradualità e organizzazione sistematica dell'insegnamento.

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