Postmodernità

 La cultura postmoderna è fondamentalmente anti utopica, cioè priva di grandi ideali e pervasa da un profondo scetticismo non solo verso i miti dell'età moderna, ma anche verso le sue potenti ideologie politiche.

Si possono individuare quattro caratteristiche fondamentali della postmodernità:

  • la centralità del sistema d'informazione e comunicazione, fondato sullo sviluppo dell'informatica

  • la tendenza alla globalizzazione e anche alla frammentazione, infatti da un lato sembrano prevalere stili di vita e di consumo simili, mentre dall'altro emergono fenomeni di attaccamento ad appartenenze culturali diverse

  • l'accettazione delle diversità, in quanto l'uomo postmoderno convive con l'ambivalenza, ossia con la costante condizione di mutevolezza di ogni riferimento culturale e valoriale

  • un diffuso clima di incertezza, poiché prevale un vissuto di preoccupazione, di mancanza di certezze e di fragilità dei progetti personali

Sono presenti anche trasformazioni nel mondo del lavoro. Da alcuni decenni a questa parte di registra un continuo espandersi del settore terziario, a discapito dell'industria e dell'agricoltura, andamento che viene comunemente definito “terziarizzazione dell'economia”.

Come conseguenza si ottiene un aumento di lavoratori che trova impiego nel terziario, dove l'innovazione tecnologica tendenzialmente non riduce l'occupazione, bensì crea nuove professioni e quindi nuove opportunità di lavoro. Inoltre si è verificata una progressiva sostituzione delle forme di lavoro stabili, con forme precarie.

Si ha assistito anche a un nuovo approccio al lavoro e all'attività economica, basato non più esclusivamente sui rapporti di tipo strumentale, ma anche su relazioni collaborative.

L'insieme di queste nuove forme di attività economica basate sulla condivisione dei beni e servizi, è chiamato economia collaborativa o economia della condivisione (sharing economy). Si tratta di fenomeni che hanno come fondamento quello di promuovere forme di cooperazione fra gli attori sociali. La tecnologia digitale è il supporto indispensabile di queste nuove pratiche sociali.

Questi profondi cambiamenti hanno portato a una crisi dei ruoli tradizionali, cioè il progressivo venir meno della rigida distinzione dei compiti secondo il genere.

Infatti, la maggiore partecipazione femminile al mondo del lavoro, spinge verso una minore rigidità nella determinazione dei ruoli in funzione del genere. Ciò si traduce spesso in una fonte di disagio per la coppia e in una causa di instabilità familiare.

L'emergere di una nuova soggettività femminile ha dato avvio a un ripensamento dei modelli identitari maschili. L'egemonia storicamente determinata dagli uomini, ha iniziato a essere concepita non solo come un'indubbia condizione di privilegio, ma anche come una limitazione.

Un altro fattore caratteristico della società postmoderna è il consumo, il quale è divenuto una delle attività prevalenti nella vita quotidiana. Con questo termine si intende l'acquisto di un bene o un servizio, oppure l'uso di quel bene o di quel servizio.

Dal secondo dopoguerra in poi, si è verificata una progressiva estensione della capacità di consumo a strati sempre più ampi della popolazione.

Così è nata anche la pubblicità, vale a dire la tendenza a comprare molte più cose di quelle effettivamente necessarie.

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