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Il linguaggio

Abbiamo parlato dell'importanza di n codice comune di comunicazione; un esempio concreto potrebbe essere la lingua parlata, o più in generale il linguaggio: il linguaggio è la capacità generale dell'uomo di esprimersi attraverso gesti  e segni fonetici, in modo tale da tramettere ai propri simili significati anche molto complessi. Esso è l'applicazione concreta di un codice, con lo scopo di comunicare.  Nonostante questo, il linguaggio non è mai un carattere naturale dell'essere umano, ma una convenzione sociale, ovvero l'istituzionalizzazione di norme sociali: deve essere appreso e non è innato. Come aveva espresso Emile Durkheim, il linguaggio è una tipica istituzione sociale, e per questo appare esterna e coercitiva rispetto alla volontà e ai desideri umani.  DIVERSI TIPI DI COMUNICAZIONE: LA COMUNICAZIONE NON VERBALE oltre alla comunicazione verbale, esiste anche la comunicazione non verbale, che non permette però di raggiungere lo stesso grado di comprensibil

Comunicazione e mass media

  La sociologia studia il funzionamento e gli effetti della comunicazione sui singoli e sulla società. Elementi indispensabili di ogni comunicazione sono: un emittente e un destinatario del messaggio, un significato da far sorgere nel ricevente, un codice di trasmissione comprensibile agli interlocutori e la volontà di comunicare da parte dei soggetti coinvolti. Tra queste condizioni di base merita particolare attenzione il codice linguistico. Il linguaggio è la capacità umana di applicare un codice di segni appositamente organizzati per esprimere ai propri simili significati complessi. La comunicazione può assumere forme diverse: verbale, non verbale, interpersonale e mediale. La comunicazione mediale è in grado di superare le distanze spazio-temporali e interessare molti soggetti contemporaneamente. Ciascun medium ha caratteristiche specifiche: telefono e lettera consentono una comunicazione interattiva e paritaria tra gli interlocutori; radio, televisione, stampa e cinema rendono p

Welfare State

  Per molto tempo è sembrata la soluzione migliore per gli Stati industrializzati. Tuttavia a partire dalla metà degli anni 70 e soprattutto negli anni 80, entrato in una fase di crisi piuttosto acuta. Le ragioni di tale crisi sono: Crisi di ordine finanziario, poiché la previdenza e l'assistenza sociale cominciarono a costare troppo Crisi di organizzazione, infatti non si riesce a garantire servizi soddisfacenti per i cittadini Crisi di legittimità, infatti l'opinione pubblica inizia a credere che le risorse siano insufficienti. Crisi finanziaria: la causa principale è stata che la società non ha sempre le risorse necessarie per garantire sui membri una protezione sociale estesa e capillare. Infatti può accadere solo se le ricchezze, che lo Stato è in grado di produrre, sono superiori al numero di individui Inoltre nei paesi più sviluppati si vive sempre più lungo, ma contemporaneamente diminuisce sempre di più il tasso di natalità. L'aumento degli anzi

La politica e lo Stato

Le istituzioni politiche coincidono con apparati dello stato.  Lo stato è un organizzazione sociale che nella società moderna viene istituzionalizzato il potere politico.  Il potere è una caratteristica diffusa in ogni forma di vita collettiva, chi ha potere è in grado di costringere gli altri a fare qualcosa.  Attraverso lo stato, la società disciplina l'esercizio del potere istituzionalizzandolo.  Lo stato è la burocrazia del potere politico.  Nello stato moderno nessuno è autorizzato a usare la forza a propria discrezione. In sociologia, lo stato è definito come il soggetto sociale che ha il monopolio dell'uso legittimo della forza fisica. Se qualcun altro usa la violenza, questo è legittimato dallo stato o contro lo stato, per cui vengono imposte le sanzioni legali. In quanto unico soggetto in una data area che può legittimamente usare la forza per ottenere ciò che vuole, lo stato è sovrano. Questo soggetto sociale, che non deriva da altre autorità per far rispettare tutte

La socializzazione

Il mondo con cui ogni essere umano viene a contatto non presenta solo determinate caratteristiche fisiche (collocazione del luogo), ma anche caratteristiche di tipo sociale, poiché è un mondo fatto di relazioni sociali già esistenti e già strutturate in un certo modo. La società, infatti, è un insieme variegato e complesso di norme, ruoli e aspettative sociali, posizioni differenziate e strutturate in maniera gerarchica. Per inserirsi all'interno di essa l'individuo deve apprenderne le regole e ciò ha un risvolto anche dal punto di vista della collettività, infatti esistono delle regole, conoscenze, norme e abilità sociali di base comuni a tutti gli individui. Per "socializzazione" però non s'intende l'atto di interesse nelle relazioni con altre persone, ma il processo con cui si acquista padronanza dei modelli di comportamento e della geografia delle posizioni sociali di una data società. Se la socializzazione è un processo tipico di tutte le società i conten

Pensiero femminile e modelli educativi

A partire dall'ultimo Ottocento e in particolare nel Novecento, si verificarono notevoli cambiamenti nei rapporti tra i sessi, portando ai nostri giorni a una parità, seppur con molte contraddizioni e limiti. Con l'avanzare dell'industrializzazione si contribuì in maniera determinante a generare un atteggiamento nuovo nei confronti della presenza pubblica delle donne nel mondo del lavoro e nella società. Furono inoltre le prime forme di organizzazioni femminili, il “movimento femminista” e il movimento suffragista, ad aprire e orientare un dibattito nell'opinione pubblica. Durante la Prima Guerra Mondiale le donne seppero rimpiazzare con ottimi risultati gli uomini inviati al fronte e molti lavori furono ridefiniti come tipicamente femminili. Il movimento delle donne trasformò la struttura sociale tradizionale e le loro attività e interessi erano ormai riconosciuti come un elemento significativo del panorama letterario. Gli studiosi avvertono comunque che questa nu

La dimensione antipositivisitica

L'impostazione pedagogica di Giovanni Gentile si associa a un progetto politico-educativo, nel quale viene esaltata la funzione nazionale della scuola, esaltandone la dimensione etica. La scuola si presenta quindi come il passaggio dall'”io” educando al “noi” della nazione che è spirito. La scuola deve perciò puntare alla padronanza degli apprendimenti, alla formazione di coscienze capaci di superare l'individualismo e condividere con gli altri un progetto ideale. In quest'ottica il vero maestro è colui che è capace di entrare in sintonia spirituale con gli allievi, insegnandoli ad essere liberi e cioè capaci di ragionare con la loro testa. La proposta gentiliana è quella di un percorso di studi incentrato sulle discipline umanistiche. Infatti studiando tali materie è possibile cogliere l'intima natura dell'essere umano e garantire un'educazione realmente “umana”. Il momento più alto dell'esperienza umana, obiettivo ultimo dell'opera educativa,