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Visualizzazione dei post da marzo, 2021

Simboli, riti e credenze

La religione indica un insieme di “credenze” che si fondano su dogmi e riti, cerimonie e liturgie che hanno lo scopo di avvicinare i fedeli a esseri soprannaturali o spirituali. Una religione potrebbe essere definita come un complesso di pratiche e credenze che riguardano i fini ultimi e di cui si fa garante una forza superiore all'essere umano, spesso attraverso i suoi rappresentanti terreni. Il pensiero religioso politeista prevede la presenza di più divinità ed è pronto ad accogliere sempre nuovi dèi, nuovi spiriti e nuove forze. Quello monoteista invece, mette al centro un unico Dio e fa della propria verità una verità assoluta e universale. La religione trasmette ai credenti la forza di sopportare la sofferenza e l'ingiustizia terrene, infondendo loro la certezza che esiste un “altro mondo”, nel quale regnano l'armonia, il bene e la giustizia. Emile Durkheim definì le cose sacre come separate da quelle profane e vietate a chi non è consacrato, cioè posto in uno sta

La scuola attiva in Europa

Durante questo secolo i pedagogisti si dedicano all'innovazione sul piano dell'organizzazione pedagogica. Lo studioso Edouard Claparede esprime una fondamentale convinzione sulla validità dell'azione educativa, la quale dipende dalla preparazione psicologica degli insegnanti e dalla loro capacità di avvalersi di un adeguato spirito scientifico, in grado di aiutarli a migliorare la loro professione attraverso l'osservazione e la sperimentazione di nuove pratiche educative e didattiche. L'organizzazione scolastica si rinnova in individualizzata, cioè predisposta secondo i ritmi di apprendimento e le specifiche caratteristiche personali. Secondo la visione di Claparede, l'allievo che apprende va posto al centro dei programmi e dei metodi che devono essere predisposti rispetto a bisogni e interessi evolutivi; la scuola è dunque tenuta a rispettare i ritmi di sviluppo di ciascun allievo, diventando attiva , ossia un laboratorio, piuttosto che un uditorio. Sot

John Dewey

Molte nuove proposte pedagogiste riguardarono prevalentemente i collegi-convitti, i quali rappresentavano l'istituzione scolastica più diffusa, dove di congiungevano studio severo e rigorosa disciplina. In taluni collegi furono avviate esperienze innovative. Il primo grande cambiamento consistette nell'assicurare una disciplina non più fine a se stessa, bensì una disciplina frutto di una gestione democratica . La formazione del carattere era dunque affidata soprattutto alla capacità di adeguarsi volontariamente alle regole della convivenza. Venne rivista anche la formazione dell'insegnante, il quale doveva rappresentare un uomo completo, dotato sia di buone conoscenze in ambito scolastico, sia si attitudini fisiche come la forza del corpo. Ricorrente in tutte queste iniziative fu lo stretto legame con il mondo della natura e le esperienze pratiche, particolarmente valorizzate dalla proposta educativa di Lietz. La scuola secondaria di inizio Novecento restò ancora legata

Dal maestro al fanciullo

  Il XX secolo pone una grande fiducia nell'educazione e in una nuova e più moderna visione dell'infanzia, sviluppando un'educazione più rispettosa dei diritti dell'infanzia e ponendo quest'ultima al centro della vita pubblica e privata. La nuova realtà dell'infanzia è documentata dai cambiamenti intervenuti nella vita di tutti i giorni, ad esempio nelle abitazioni vennero previsti spazi adeguati alle esigenze dei più giovani, cui era riconosciuto il diritto di disporre di propri arredi, di libri e di giochi adatti secondo le varie età. Il sistema scolastico venne aperto anche ai ceti popolari e assunse le caratteristiche di un servizio sociale che divenne via via meno elitario. Venne eliminato il banco fisso, per disporre un'organizzazione flessibile dello spazio, in modo da favorire la transizione delle esperienze di gioco a quelle proprie dell'apprendimento formale. Il punto di svolta alla base di questi cambiamenti è rappresentato da un nuovo mo

Postmodernità

  La cultura postmoderna è fondamentalmente anti utopica, cioè priva di grandi ideali e pervasa da un profondo scetticismo non solo verso i miti dell'età moderna, ma anche verso le sue potenti ideologie politiche. Si possono individuare quattro caratteristiche fondamentali della postmodernità: la centralità del sistema d'informazione e comunicazione, fondato sullo sviluppo dell'informatica la tendenza alla globalizzazione e anche alla frammentazione, infatti da un lato sembrano prevalere stili di vita e di consumo simili, mentre dall'altro emergono fenomeni di attaccamento ad appartenenze culturali diverse l'accettazione delle diversità, in quanto l'uomo postmoderno convive con l'ambivalenza, ossia con la costante condizione di mutevolezza di ogni riferimento culturale e valoriale un diffuso clima di incertezza, poiché prevale un vissuto di preoccupazione, di mancanza di certezze e di fragilità dei progetti personali Sono presenti

La pedagogia positivista in Italia

Durante la fine dell'Ottocento, si diffuse in Italia la stagione positivistica, alla quale conseguì una modernizzazione dello Stato unitario, di allineamento culturale con gli altri Paesi europei, di aggiornamento della cultura e di innovazione nei più diversi campi del sapere. Ci fu un rinnovamento anche in campo pedagogico, infatti la pedagogia cominciò ad affidarsi alle leggi dettate dalla scienza sperimentale e studiate mediante il metodo galileiano. Il contributo più significativo del positivismo è legato alla valorizzazione degli aspetti metodologici come stimolo alla diffusione di una mentalità critica. Il secondo è invece da individuare in una mentalità intraprendente, attiva e disposta a confrontarsi con le novità. Aristide Gabelli ebbe un ruolo importante nel potenziamento dell'istruzione, secondo il metodo che prediligeva una manifestazione dell'eredità del nostro passato insieme alla potenza delle tradizioni scolastiche italiane. Pasquale Villari suggeriva

Significato e funzioni della magia e del mito

  La magia viene considerata come la credenza ingenua nella possibilità di manipolare, con l'uso ad esempio di formule, il corso degli eventi e della natura delle cose. Lo studio della magia come “modo di pensare” cominciò sistematicamente nell'Ottocento. Secondo questo modo di pensare, un atto magico è un'azione compiuta da un soggetto, il mago, allo scopo di esercitare un'influenza di qualche tipo, su qualcuno o qualcosa. La “magia nera” consiste in una serie di operazioni condotte su qualcosa che è stato in contatto con la persona che si vuole colpire. La “magia bianca” o curativa invece, mira a produrre effetti benefici sull'oggetto prescelto. James Frazer aveva colto due modalità del pensiero magico, ossia l'imitazione ed il contagio. L'imitazione è la credenza che, vestendosi della pelle di un certo animale, il cacciatore possa mimarne i movimenti e quindi influire sul suo comportamento. Il contagio corrisponde invece all'idea che due cose